Dal ‘gladiolo’ al più comune ‘rosmarino’, odori e colori per curare il decadimento cognitivo negli anziani. Alla Casa della Memoria di Montelupo Fiorentino (FI) è ‘sbocciato’ il Giardino Alzheimer, il primo giardino terapeutico dell’Empolese Valdelsa e del Valdarno. Un’area verde che risveglia i sensi attraverso stimoli sensoriali, tattili, olfattivi, uditivi e visivi, uno strumento ulteriore per dare una risposta concreta agli ospiti e alle loro famiglie.
Molti studi a livello internazionale hanno dimostrato l’importanza delle piante per il benessere dell’uomo. L’ambiente naturale può creare benefici psicologici e fisici e può offrire un sostegno importante per il contrasto di alcune patologie, tra cui il decadimento cognitivo e l’Alzheimer. L’ambiente naturale permette di abbassamento i livelli di stress e ansia connaturate alla malattia, riallacciando un rapporto simbiotico e rassicurante con la Natura.
IL GIARDINO ALZHEIMER
Il ‘Giardino Alzheimer’ è stato ideato dal noto Garden Designer Andrea Mati, della Mati 1909, eccellenza italiana nella produzione vivaistica e nella progettazione e realizzazione di giardini. Si tratta di uno dei massimi esperti di verde curativo, da anni impegnato in questo settore. Il giardino è pensato specificatamente per il contrasto delle forme di decadimento cognitivo. Grazie alla collaborazione con Università e Enti di ricerca, Mati ha unito competenze medico-scientifiche all’esperienza nella progettazione per pensare spazi verdi in grado di mantenere viva la memoria residua, facilitare il benessere psicofisico e ridurre la necessità di trattamenti farmacologici.
Realizza giardini di questo tipo in tutta Italia. I prototipi sono oggetto di frequenti visite di specialisti e personalità internazionali, tra questi recentemente il Nobel per la Pace, Mohamed Yunus.
La Cooperativa SintesiMinerva ha creduto fortemente nel progetto, guardando con interesse a questo nuovo modello terapeutico ecologico e non invasivo per potenziare il servizio offerto dalla Casa della Memoria, una struttura che da sempre si caratterizza per l’attenzione a diversi approcci terapeutici e all’innovazione.
LA FORMA DI UN GIARDINO TERAPEUTICO
Un giardino terapeutico deve rispettare una serie di regole precise, sia in termini di sicurezza che a livello di approccio terapeutico. Fondamentale è che ogni percorso porti ad una destinazione precisa e sia fortemente contraddistinto dal resto dell’area, in modo da favorire il cosiddetto “girovagare” del paziente senza creare un effetto di spaesamento.
I pazienti devono sentirsi parte integrante del resto del mondo, tramite canali di comunicazione diversi. In genere, infatti, le persone con disabilità cognitive sono invase da un senso di ansia e sentendosi incomprese, perdono l’interesse per il mondo esterno. Proprio qui entrano in gioco le abilità del progettista nello stimolare la curiosità dell’ospite e invitarlo ad immergersi tra le sensazioni e le emozioni suscitate dall’ambiente naturale.
L’obiettivo è creare quindi un ambiente protetto e facilmente usufruibile grazie a tangibili punti di riferimento, che favorisca il benessere psico-fisico grazie al contatto con la Natura, e che sia in grado di riattivare i ricordi e sostenere le abilità mnemoniche residue attraverso gli stimoli sensoriali: dai profumi dei fiori, alla vista delle api, dal suono del fruscio delle foglie alla sensazione di un petalo tra le mani: è la “la Natura che cura“
LE PIANTE
Le piante sono la ‘materia prima’ che differenzia il giardino da qualsiasi altro luogo. Le specie utilizzate nel Gardino Alzheimer sono state selezionate appositamente per offrire un beneficio a persone con decadimento cognitivo e Alzheimer.
Alcune piante vengono scelte per il loro intenso profumo o per il colore, altre per la loro morbidezza al tatto o la loro forma. L’obiettivo è quello di suscitare forti emozioni nel malato per riattivare i sensi e limitare l’ansia. La distribuzione delle piante segue uno schema preciso, che invoglia il malato a camminare nel giardino senza percepirsi spaesato, favorendo il suo ‘girovagare‘, ma fornendo punti di riferimento chiari in grado di rassicurarlo nel percorso.
Proprio il colore è elemento essenziale per la scelta, perché è utilizzato per orientarsi: sono state scelte specie con fiori dai colori molto forti, disposte in gruppi monospecifici e localizzate in punti strategici. Gli alberi, i cespugli, le perenni e le annuali costituiscono, invece, la cornice perfetta per definire chiaramente i sentieri. Le piante hanno anche la capacità di stimolare ricordi sul vissuto del malato, ad esempio un ulivo potrebbe ricordare l’attività di raccolta o il timo un piatto che si amava mangiare.
Nel Giardino Alzheimer sono presenti circa 20 specie diverse di piante, dalle più comuni utilizzate nell’alimentazione, come il pero, il susino, la salvia o il timo, a piante utilizzate per le loro proprietà come Lavanda e l’Elicrisio, fino a piante ornamentali come la Gaura, la Black Pearl, il Viburnum opulus ‘Sterile’ e il gladiolo.
AZIONE TERAPEUTICA:
- Stimolazione della percezione sensoriale e riabilitazione fisica,
motoria e manuale - Ridurre il disorientamento temporale e spaziale.
- Riattivazione della memoria a lungo termine
- Recupero dei ricordi positivi dell’infanzia con uso di piante fiorite e aromatiche
- Contenere il girovagare afinalistico (wandering)
- Compensare i deficit cognitivi e funzionali causati dalla demenza.
- Stimolare le capacità mnestiche.
- Contrastare irrequietezza, irritabilità ed aggressività.
- Induzione di uno stato di fiducia e benessere generale (abbassamento dei livelli di stress e ansia) attraverso il percorso guidato
- Abolire il ricorso alla contenzione.
- Ridurre l’uso di farmaci per il trattamento di apatia, tristezza, depressione.
- Mantenimento dei livelli di autonomia.
- Aumentare l’autostima individuale.
- Miglioramento del tono dell’umore.
- Miglioramento dello stato psicofisico.
- Favorire la socializzazione.